Orientamenti Pastorali Anno 2015/2016

Categoria: Parrocchiali Pubblicato: Sabato, 07 Novembre 2015

PARROCCHIA S. BARBARA V.M.

PATERNO’

ORIENTAMENTI PASTORALI ANNO 2015-2016

GESÚ, VOLTO DELLA MISERICORDIA DEL PADRE

Presentiamo il cammino pastorale della nostra comunità parrocchiale per l’anno 2015-2016. Un cammino bello e affascinante perché ci porterà a riscoprire il volto misericordioso del Padre. Papa Francesco, nel suo primo Angelus domenicale, ci diceva che “seguire Gesù significa condividere il suo amore misericordioso, entrare nella sua grande opera di misericordia per ogni uomo… La misericordia cambia il mondo”.

Possiamo così comprendere ancora meglio il grande regalo che il papa ci ha fatto con il giubileo della misericordia: un Anno Santo da vivere in pienezza, entrando nel cuore del messaggio cristiano, nella riscoperta del perdono, del sacramento della riconciliazione e delle opere di misericordia corporali e spirituali.

Un tempo di pellegrinaggio e di cammino reale e spirituale, per entrare nel profondo della nostra esistenza, perché anche la misericordia è una meta da raggiungere e chiede impegno e sacrificio. Un anno da vivere nella riflessione, nella preghiera e nella conversione. Sarà un modo per rievangelizzarci.

Il progetto pastorale ci richiama a un atteggiamento necessario per poter sperimentare la misericordia e per essere a nostra volta misericordiosi: l’ascolto e il silenzio.

In effetti se in principio c’era la Parola e dalla Parola di Dio, venuta tra noi, è cominciata ad avverarsi la nostra redenzione, è chiaro che da parte nostra, all’inizio della storia personale di salvezza ci dev’essere il silenzio: il silenzio che ascolta, che accoglie, che si lascia animare.

Il silenzio diventa un ingrediente prezioso del vero, autentico riposo. Il riposo, connesso alla Domenica, ci permette di recuperare ciò che è centrale, il primato di Dio e la gioia del suo Vangelo. È un tempo per attivare la memoria, con riconoscenza, ed esercitarla a riconoscere le tracce della paternità di Dio nella storia degli uomini, nella chiesa e nella nostra vita. È uno spazio per narrare e condividere le evidenze della tenerezza di Dio, imparando a goderne e a festeggiarle. Riposo è allentare il ritmo, curare le relazioni nella gratuità, darsi del tempo per discernere e verificare senza la fretta e l’ansia del produrre. Esso diviene luogo di confronto, di correzione fraterna, di riconciliazione. E quindi occasione favorevole per recuperare energie di fiducia e di speranza.

Certo, alla Parola che si manifesta dovranno poi corrispondere le nostre parole di gratitudine, di adorazione, di supplica; ma prima c’è il silenzio.

È quello che ci chiede papa Francesco, annunciando il giubileo straordinario della misericordia. “Recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerla come proprio stile di vita” (Misericordiae vultus, 13, d’ora in poi: MV).

Tali parole ci sono di aiuto per impostare nel migliore dei modi il cammino pastorale che ci aiuterà a riscoprire il volto misericordioso del Padre, sostando ai piedi di Gesù e verificando così il percorso degli anni precedenti.

Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Efesini 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Esodo 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella «pienezza del tempo» (Galati 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Giovanni 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio” (MV, 1).

Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della Santissima Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”(MV, 2).

Nella contemplazione del volto di Dio, nel riconoscere il primato di Dio al centro della nostra vita e dell’attività pastorale della nostra comunità, riscopriremo la misericordia del Padre e il suo amore per noi che si è manifestato nel suo Figlio Gesù Cristo, volto della misericordia del Padre.

ALCUNI PASSI DA COMPIERE

  1. Riscoprire, accogliere e testimoniare la misericordia del Padre
    -Siamo interpellati, prima di tutto, a riscoprire la misericordia del Padre, il nuovo volto di Dio. La concezione di Dio è ben diversa da quella ereditata dal passato: un Dio che non comanda, non giudica, non castiga, non si offende per i nostri peccati e che è soltanto capace di amare. È questa la sua caratteristica essenziale, la grande rivelazione da trasmettere all’umanità. Dio è amore, ci dice Giovanni (cfr. 1 Giovanni, 4,8.16). Un amore di cui Gesù è il grande rivelatore, con le sue parole e soprattutto con il suo comportamento: con l’incarnazione, la vicinanza ai poveri e ai bisognosi, l’accoglienza dei peccatori, la misericordia e il perdono. La misericordia di Dio ci raggiunge attraverso Gesù, volto misericordioso del Padre.

    -Siamo invitati a celebrare e a sperimentare la misericordia di Dio nel sacramento della Riconciliazione “perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia” (MV, 17). Questo incontro di grazia ci conduce a riconoscere i nostri peccati, ma anche a confessare la bontà smisurata di Dio.

    - Siamo chiamati anche a risvegliare la nostra coscienza assopita sulle povertà del mondo e praticare le opere di misericordia corporale e spirituale. Già tante persone in mezzo a noi sono quotidianamente impegnate a vivere nel servizio dei poveri e dei disagiati. Esse costituiscono un lievito buono per la nostra conversione.

    L’amore misericordioso di Dio ci spinge a convertirci continuamente a stili di vita evangelici, a scelte personali e familiari coraggiose, a impegni comunitari profetici. Sono importanti i “segni” concreti della testimonianza cristiana, ad esempio nei confronti degli ultimi in mezzo a noi e degli stranieri, per essere credibili nei nostri appelli e nelle nostre proposte alla società.

  2. Verificare il percorso compiuto

    Come realizzare la verifica pastorale?

     Alcuni passaggi concreti

    1) riconoscere i risultati positivi raggiunti rispetto alle finalità e agli obiettivi proposti;
    2) individuare i problemi incontrati nel cammino pastorale di questi anni;
    3) scoprire le cause che hanno limitato la realizzazione degli obiettivi;
    4) identificare le scelte che si impongono per il cammino successivo.

    Alcune domande per la verifica, a cui rispondere, rispetto ai progetti pastorali del triennio, avendo presenti due ambiti di verifica: uno più personale e spirituale e l’altro legato di più al cammino pastorale e ad alcune scelte concrete.

    1) Abbiamo offerto la possibilità di collegare la vita quotidiana con la Parola di Dio (attraverso alcuni incontri comunitari, la cura della predicazione e della catechesi, momenti di preghiera e di spiritualità)?
    2) Abbiamo cercato di liberare il volto di Dio dalle maschere costruite dagli uomini?
    3) La fede cristiana è una fede da vivere e pertanto deve portare a scelte coerenti: come mi impegno a viverla in famiglia con il coniuge e i figli, in parrocchia, sul lavoro, nelle scelte economiche, politiche, culturali …?
    4) Quando devo prendere decisioni, mi lascio guidare dalla fede o da altri criteri come opportunità, interessi, guadagni, successo mondano, arrivismo? Tengo conto solo dei miei interessi o del bene di tutti?
    5) Sperimento quando partecipo alla celebrazione domenicale della S. Messa che l’Eucaristia è il centro, la fonte di tutta la vita cristiana? Vivo intensamente la celebrazione? Come è percepita la centralità della Domenica nella comunità cristiana? La Domenica è percepita quale punto di riferimento per la vita quotidiana?
    6) Abbiamo cercato di rendere più attiva la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche? Quali strumenti e quali iniziative abbiamo adottato per raggiungere questo obiettivo?
    7) Abbiamo proposto momenti specifici di formazione ai lettori, ai ministri straordinari della Comunione, a tutti coloro che prestano un servizio nelle liturgie?
    8) Si era suggerito di creare in ogni famiglia l’angolo della preghiera. Siamo riusciti a trovare questo spazio e a vivere con tutta la famiglia riunita qualche momento di preghiera durante la settimana? 
    9) Abbiamo saputo riconoscere le diverse testimonianze che arricchiscono la vita della comunità cristiana? Abbiamo segnalato le necessità dei poveri e cercato di dar loro una risposta attraverso il volontariato e gli operatori della carità?
    10) Abbiamo dato vita ad iniziative specifiche per venir incontro a bisogni nuovi, presenti nel territorio?
    11) Abbiamo prestato attenzione alla coerenza della nostra vita personale e comunitaria e agli impegni che ci vengono richiesti nel campo dell’educazione e del lavoro?
    12) Siamo Chiesa missionaria, aperti all’universalità. Quanto siamo aperti all’accoglienza di chi la pensa in modo diverso, di chi professa altre fedi? Com’è attenta la comunità al mondo delle migrazioni?
    13) Missione è anche annuncio del Vangelo in terre lontane? Cosa faccio per questo? Esiste in parrocchia un gruppo missionario? Quale formazione e quali obiettivi specifici?
    14) Come viviamo la collaborazione e la corresponsabilità nella parrocchia, e nella diocesi?
    15) Come ci impegniamo a superare le divisioni per realizzare idee e progetti comuni?
    16) In che modo gruppi, associazioni e movimenti contribuiscono alla vitalità della parrocchia e della diocesi?

 UN ORIZZONTE RICCO DI EVENTI E DI PROPOSTE

  1. Il 50° anniversario del Concilio

    Già si è ricordato che l’apertura dell’Anno Santo straordinario della misericordia avverrà l’8 dicembre, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965.

    Paolo VI invitò a porsi nel suo «cono di luce».

    Giovanni Paolo II ne parlò come di una «bussola» per la Chiesa entrata nel terzo millennio.

    Per Benedetto XVI «è stato e rimane un autentico segno di Dio per il nostro tempo».

    Ho scelto la data dell’8 dicembre perché è carica di significato per la storia recente della Chiesa. Aprirò infatti la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia. I Padri radunati nel Concilio avevano percepito forte, come un vero soffio dello Spirito, l’esigenza di parlare di Dio agli uomini del loro tempo in un modo più comprensibile. Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo. Una nuova tappa dell’evangelizzazione di sempre. Un nuovo impegno per tutti i cristiani per testimoniare con più entusiasmo e convinzione la loro fede. La Chiesa sentiva la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre” (MV, n.4).

  2. Il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia

    Sulla realtà della famiglia, decisiva e fondamentale, il Papa ha chiamato a raccogliersi il Sinodo dei Vescovi nella sua Assemblea Generale Straordinaria dell’ottobre 2014. Le riflessioni proposte, frutto del lavoro sinodale svoltosi in grande libertà e in uno stile di reciproco ascolto, sono state offerte alle Chiese locali nell’anno in corso per un’opera condivisa di riflessione e discussione. Ci sarà quindi l’Assemblea Generale Ordinaria: La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo, che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre 2015.

    «Già il convenire “in unum” attorno al Vescovo di Roma è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di discernimento spirituale e pastorale»: così Papa Francesco ha descritto l’e¬sperienza sinodale, indicandone i compiti nel duplice ascolto dei segni di Dio e della storia degli uomini e nella duplice e unica fedeltà che ne consegue.

    Il Vangelo della famiglia, custodito fedelmente dalla Chiesa, esige di essere annunciato e attualizzato nel mondo odierno con rinnovata gioia e speranza, volgendo costantemente lo sguardo a Gesù Cristo. La nostra Diocesi sarà impegnata a raccogliere le indicazioni del Sinodo, prestando maggior attenzione alla preparazione dei giovani al matrimonio e alle famiglie in difficoltà.

  3. Il convegno della Chiesa italiana a Firenze “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

    Tra il 9 e il 13 novembre 2015, a Firenze, si terrà il quinto Convegno Ecclesiale Nazionale: In Gesù Cristo il nuovo umanesimo.

    I vescovi italiani, nell’ottobre 2013, ci hanno rivolto un Invito a prendere parte al percorso di costruzione dell’incontro, offrendoci poi nel novembre 2014 una riflessione preparatoria: “Il nuovo umanesimo. In Gesù Cristo” Una traccia per il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale.

    La modernità – con i suoi proclami sulla morte di Dio, le sue antropologie pervase da volontà di potenza, le sue conquiste e le sue sfide – ci consegna un mondo provato da un individualismo che produce solitudine e abbandono, nuove povertà e disuguaglianze, uno sfruttamento cieco del creato che mette a repentaglio i suoi equilibri. È tempo di affrontare tale crisi antropologica con la proposta di un umanesimo profondamente radicato nell’orizzonte di una visione cristiana dell’uomo – della sua origine creaturale e della sua destinazione finale – ricavata dal messaggio biblico e dalla tradizione ecclesiale, e per questo capace di dialogare col mondo. Tale relazione non può prescindere dai linguaggi dell’oggi, compreso quello della tecnica e della comunicazione sociale, ma li integra con quelli dell’arte, della bellezza e della liturgia”.
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